Sabato alle 19 parteciperò alla biennale del territorio di I2a per l’inaugurazione “Temple of Neomaterials” ISAAC, SUPSI con Leidy Guante Henriquez, ingegnera, Milano/Mendrisio e Carlo Gambato, ingegnere, Mendrisio

Esattamente cinquant’anni fa, nel 1972, il rapporto Meadows parlava della finitezza delle risorse e dei limiti della crescita.

Nonostante alcuni tentativi di teorizzare una “fine della storia” (che non è mai avvenuta), non possiamo che constatare impotenti che il nostro ritmo continua ad accelerare e che la nostra dipendenza dalle materie prime e dall’energia non fa che aumentare, facendoci precipitare in una successione di crisi (climatiche, sanitarie, politiche e umanitarie). In questo contesto, non possiamo più pretendere di creare e conservare oggetti e paesaggi immutabili, perfetti, “finiti”. La finitezza delle risorse implica la non finitezza dei processi: il tempo è ora la materia prima del progetto. Come possiamo stabilire una cultura aperta dell’ambiente costruito, che sia continua, collettiva e capace di adattare costantemente forme e funzioni?